Ischia

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Categoria: Luoghi
Data pubblicazione
Ilaria Sabatino
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Ischia è stato solo l'ultimo di una serie di nomi attribuiti ad essa, infatti compare per la prima volta nell'anno 813 in una lettera inviata da Papa Leone III a Carlo Magno. Il più antico nome attribuito ad Ischia fu quello di "Pithecusa."  Esso possiede due possibili radici etimologiche: da una parte "Pithecos", scimmie, ad indicare dunque "l'isola delle scimmie", e dall'altra "Pithoi", che indica in greco i grandi vasi di argilla dei quali gli Eubei erano abili produttori e dunque "l'isola dei vasai." Secondo alcuni ambedue le interpretazioni possono essere valide, ma in tempi diversi. L'isola delle scimmie , abitata dai circopi (scimmie) o da indigeni dai comportamenti scimmieschi. Il Castello Aragonese ed il borgo antico di Ischia Ponte. L'isolotto su cui sorge il Castello Aragonese è collegato con un istmo all'antico borgo di mare di Ischia Ponte o borgo di Celsa. Questa piccola isola nell'isola pare essersi originata tra i 280.000 e i 340.000 anni fa in seguito ad un'eruzione vulcanica.  Qualche autore attribuisce la costruzione del Castello a Gerone, tiranno di Siracusa, che nel 474 a.C., avrebbe edificato e fortificato una fortezza su questa roccia vulcanica, con accesso dal mare. Da qui il nome ‘Gironda’ con il quale si identifica il castello. Sulle basi di questa antica fortezza sarebbe poi stato costruito intorno al 1438, per volere di Alfonso V di Aragona, il Castello che vediamo oggi, con accesso dall'isola.  Ma secondo la tesi più accreditata, il nome Giron-Gironis deriverebbe dalla naturale morfologia dell'isolotto che si può circumnavigare. Dal 1433, con Alfonso d’Aragona detto ‘il Magnanimo’, ha inizio una serie di interventi grazie ai quali il Castello acquista una nuova fisionomia e assume un ruolo strategico, politico e culturale sempre più importante. Il ‘700 segna l’inizio della decadenza dell’importanza del Castello, prima abbandonato dalle famiglie nobili e sempre più isolato dal resto dell’isola, quindi distrutto da un bombardamento nel 1809 e poi privatizzato, diventa monumento abbandonato, che per molto tempo gli stessi Ischitani ‘guardano a distanza’. Ma nella memoria di tutti resta sempre viva la storia di un Castello, cenacolo di artisti, letterati e poeti, che ha attraversato inespugnato secoli di storia, resistendo a tutti gli assalti e offrendo riparo ad abitanti, contadini e avventori. Sicuramente, uno dei castelli più belli e ricchi di storia del mediterraneo.