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Cent’anni di solitudine

GABRIEL GARCÌA MÀRQUEZ
Narrativa
405 pp. ; 1995
Euro 10,00
Editore Oscar Mondadori










Quella di uno dei più famosi romanzi del Novecento è la storia di una famiglia, i Buendìa che attraversa ben sette generazioni. Ma non è solo questo. È la storia del piccolo villaggio che fa da sfondo a tutti i componenti della numerosa famiglia: Macondo, realtà rurale immersa nella foresta colombiana, che nell’arco di cento anni (dagli anni trenta dell’800) vive profondi cambiamenti: la guerra civile, la trasformazione in senso commerciale. Quello che rende una storia apparentemente banale, una grande storia è innanzitutto lo stile narrativo unico e coinvolgente, con un susseguirsi di personaggi che spesso hanno lo stesso nome (per questo il rischio di confondersi è altissimo) iniziando proprio dal capostipite, il colonnello Aureliano che fondò Macondo. Ciò che ne fa uno dei più rappresentativi esempi di Realismo Magico è il fantastico intreccio tra la quotidianità dei fatti con eventi assolutamente soprannaturali,  quasi onirici.  Si pensi alle apparizioni del fantasma di Prudencio Aguilar (e anche qui il confine vita-morte non è così netto), oppure alla capacità di preveggenza del Colonnello Aureliano Buendía infine alla salita al cielo di Remedios la Bella. È questo sapore di magia che pervade tutto il romanzo che attrae il lettore e rende indimenticabile quest’opera.