"Bachi di seta" mostra personale di Luigi Grossi dal 17 maggio al 4 giugno 2018

Categoria: Eventi
Data pubblicazione
Ilaria Sabatino
Visite: 2539

Luigi Grossi

Bachi di seta

a cura di Mimma Sardella

inaugurazione  17 maggio 20018 ore 11.00

17 maggio - 4 giugno 2018

Belvedere di San Leucio (Ce)

 

 

Artista capace di rielaborare con determinazione il suo identitario linguaggio formale, sempre e tumultuosamente in trasformazione e assolutamente astratto, Luigi Grossi sperimenta nelle sedi della nuova esposizione iconografie strettamente legate ai luoghi della Storia. Per san Leucio, nell'area del Belvedere della straordinaria fabbrica ferdinandea, crea due sculture, Ago e Ombra Levante. In continuità con il tema leuciano, sono in mostra una trentina di gessi-lombrichi, immagini semantiche di notevole suggestione, tavole mdf di diverso formato: dieci opere di misura 50x70 che disegnano lombrichi coloratissimi che vivono il pieno arcobaleno del giorno, e sette in formato 70x100, cartoncini lievi sui quali paiono muoversi lombrichi alla luce dell'alba. Il filosofo Aldo Masullo lo ha definito "il filosofo senza filosofia", alla ricerca perenne dell'inizio dell'Essere; ed è questa un'altra prova della sua innata filosofia della vita che muove i passi, dovunque e in qualsiasi forma riveli la sua esistenza. (Mimma Sardella)

Si potrebbe iniziare con... C'era una volta... ma vi parlerò delle opere di un' artista che non smetterà mai di dar vita a ciò che crea! Come Penelope che filava e sfilava la sua tela in attesa del suo amato Ulisse... così Grossi fila e sfila i suoi pensieri in attesa che le sue creazioni nascano! Da questo suo tormento interiore, che poi dà vita alle sue opere incomplete di quella ricerca da cui si attende una risposta... Questa volta si cimenta nell'interpretazione, del tutto soggettiva, del baco visto da lui come un simbolo di rinascita, un ritorno alla natura pura e incontaminata (dell'uomo). Lo fa, attraverso, un percorso che ben si colloca con l'ambiente che ospita le sue opere, il Belvedere di San Leucio. Oltre alla pittura, egli inserisce delle sculture, alle quali dà non solo una forma esteriore, morbida, ma un' anima! Catapultati indietro nel tempo, camminiamo in mezzo a queste sculture rivivendo la nostra creazione, il nostro amore, i nostri dubbi, le nostre paure... Ed ecco che ci troviamo a confrontarci con Adamo ed Eva ed il loro/nostro Tentatore, soffermando il nostro pensiero non solo su quell'amore candido e innocente rotto dalla voglia di una curiosità morbosa, ma dalla natura che li circondava e si riproduceva (la continuazione nonostante tutto). Poi, entriamo nella mitologia greca, attraverso l'amore tormentato/dannato di Apollo e Dafne, dove solo la natura porterà alla pace di entrambi... attraverso la trasformazione di lei in un albero l' Alloro, che diventerà da quel momento simbolo di sapienza e di gloria. Concludiamo il nostro viaggio nella Verona del 1300, con due sculture emblema del vero Amore, che lotta contro tutto e tutti... Giulietta e Romeo, figure care all'artista, forse perché incarnano la parte "umana" che è in ognuno di noi. Non facendosi contaminare da una "falsa istruzione", mantengono viva la loro purezza come il baco da seta. Ed ecco di nuovo il ritorno alla fonte primaria, il baco, si nutre dalla terra e in essa si rigenera... seminando, per l'artista, purezza/giustizia/pace! Così si conclude, per ora, il racconto del non finito...(Ilaria Sabatino)