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Detti e modi di dire napoletani!

Molti sono i detti e i modi di dire legati ai luoghi che hanno fatto la storia di Napoli e alle abitudini e al modus vivendi dei napoletani.

Alcuni esempi molto curiosi sono legati alla vita ecclesiastica come:

 

 'O caccavo 'e Santa Maria 'a Nova

Nel convento d Santa Maria la Nova anticamente i frati preparavano i pasti per i poveri in un enorme pentolone ('o Caccavo). Questo contenitore e' passato ad indicare l'insaziabilita' di alcune persone: non basterebbe il contenuto di un caccavo per sfamarli.

 

‘Fà comme a Santa Chiara: dopp' arrubbata ce mettetero 'e pporte 'e fierro’


Letteralmente: far come per la Chiesa Santa Chiara; dopo che fu depredata le si apposero porte di ferro. Id est: correre ai ripari quando è troppo tardi, quando si è già subìto il danno paventato, alla stessa stregua di ciò che accadde per la basilica di santa Chiara che fu provvista di solide porte di ferro al posto del preesistente debole portale di legno, ma solo quando i ladri avevano già perpetrato i loro furti a danno della chiesa.

 

'O puzzo 'e Santa Patrizia

Si usa questa frase per indicare l'infinita insoddisfazione degli incontentabili. È molto probabile si faccia riferimento al pozzo  del convento di S.Gregorio Armeno in cui si venera la Santa.

 

'A mosca dinto 'o viscuvato

Con questa allocuzione ci si riferiva per lo piu', a pranzi poveri di sostanza e quantita', per cui il pasto si paragonava ad una mosca che nel suo volare si perde nell'immensita' di un luogo ampio quale quello di un vescovato.

 

‘A coppa a Sant’Elmo vo’ piglià u purpo a mmare

Letteralmente: indica qualcuno che da castel Sant’Elmo situato sulla collina del Vomero voglia prendere il polipo che si trova a mare, stando ovviamente ad indicare un’impresa impossibile.

 

Jí facenno 'e ssette chiesie

Letteralmente: Andar visitando le sette chiese: andar perdendo tempo nella visita delle altrui abitazioni e non per una reale necessità o incombenza, ma per il gusto di bighellonare, soffermandosi nelle case di amici e conoscenti. Le sette chiese indicate nella locuzione, a Napoli sono ben note a tutti essendo quelle disseminate sulla famosa via Toledo partendo da piazza Dante per giungere a piazza del Plebiscito. Esse nell'ordine sono: la chiesa dello Spirito Santo, di San Nicola alla Carità, di San Liborio, di Santa Maria delle Grazie, di Santa Brigida, di San Ferdinando e di San Francesco di Paola. Tutte queste chiese vengono visitate dai napoletani che seguono ancora la tradizione cattolica che prevede che nel pomeriggio del giovedì santo ci si rechi a fare il tradizionale "struscio" ossia la passeggiata rituale che comporta la visita (da farsi in numero dispari) dei così detti Sepolcri, ossia delle solenni esposizioni del SS. Sacramento in ricordo dell' istituzione del sacramento dell' Eucarestia.

 

Esiste un proverbio che si riferisce al campanile del Carmine: " 'e scagnat'o Campanario d'o Carmene pe 'nu cuopp 'e auliv" (hai scambiato il campanile del Carmine per un coppo -  cono di carta- di olive) per indicare la svista presa nel fare determinate osservazioni.

 

‘A fraveca e’ San Pietro

Si dice di lavori edili che si protraggono troppo, che vanno a rilento, proprio come la fabbrica della Basilica di San Pietro.

 

Doppo Natale friddo e famma

Dopo aver speso molto per le feste ci aspetta un periodo di magra.

 

'E ffòdere cumbattene e 'e sciabbole stanno appese

Agire al posto di chi sarebbe deputato a farlo.

 

Fà a chi figlio e a chi figliastro

Usare due pesi e due misure.

 

Stà 'a tant'anne 'int'a saittella e nunn’ addivintà maje zoccola

Stare da tanti anni in un tombino e non diventare mai pantegana, cioè stare da tanto tempo in una condizione e non fare mai esperienza.

 

Fà Napule una festa

Dare fondo ad ogni cosa (spec. cibo) come nelle famose feste borboniche.

 

Me staje purtann p’ vic e vecariell’

Indica il tentativo di deviare un discorso, facendo riferimento alle viuzze strette della città.

 

Fa  cchiù miracule ‘na votte ‘e vino ca’ na’ Chiesa e’ sante 

A volte il soddisfacimento di un desiderio terreno appaga più dell’appagamento dell’animo (e in questo vive lo spirito godereccio napoletano).

 

L'acqua 'e San Pietro martere

Questo detto fa riferimento ad un pozzo di acqua pura ed incorruttibile che era presente nel convento dei padri Domenicani di S.Pietro martire situato in via Luigi Palmieri. Si dice che questa acqua non l'abbia mai bevuta una persona corrotta, quindi vi si fa riferimento in merito ad una persona pura.

 

 altare sgarrupato nun s'appicciano cannele

Ad altare diroccato non si accendono candele. Cioè: Alle donne ormai anziane non si fanno moine.