Dieci anni dalla scomparsa di Michele Sovente, il Dino Campana dei Campi Flegrei

Categoria: Eventi
Data pubblicazione
Ilaria Sabatino
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da L'Occhio di Leone di Giuseppe Leone 24 Marzo 2021

in foto Michele Sovente

Ideato dall’artista Giuseppe Leone, è un osservatorio sull’arte visiva che, attraverso gli scritti di critici ed operatori culturali, vuole offrire una lettura di quel che accade nel mondo dell’arte avanzando proposte e svolgendo indagini e analisi di rilievo nazionale e internazionale.

Dall’italiano al latino, passando per il napoletano. Questa era la “lingua” di Michele Sovente: una miscela di stili, fonemi, convenzioni. Una contaminazione perenne, nel segno di un nobile meticciato mediterraneo, archetipico, capace di generare “eco nell’ombra”, parafrasando il titolo di un nostro fortunato volumetto di poesia visiva (edito da Il Denaro Libri), che mise insieme alcune sue poesie e alcuni miei dipinti. Su tutti i codici artistici da Sovente amati e sperimentati c’era però sempre una matrice: e questa era la Poesia. Michele la scelse come lingua identitaria, come espressione e chiave di interpretazione del mondo. Per lui il verso era lapillo e segreto, “carbone” (per usare il titolo di un suo libro per i tipi di Garzanti) e linguaggio criptico, esoterico, risalente ad un mondo invisibile, di cui Cuma era la porta. Sotto alcuni aspetti egli è accostabile ad un Dino Campana dei Campi Flegrei, la cui lezione vive, ancora oggi, tra le sue parole e nell’immaginario di quelle generazioni di poeti nuovi, che a lui spesso fanno richiamo; ma vive anche nel ricordo di quegli amici che, come me e Antonio Sabatano (secondo quanto racconterà Ilaria Sabatino nel pezzo a seguire) ebbero la fortuna di conoscerlo e mai potranno dimenticarlo.

(G .L)


di Ilaria Sabatino

Il 25 marzo 2011 ci lasciava non solo una persona cara a molti, ma un professore/poeta che ogni anno viene ricordato attraverso le sue poesie da coloro che hanno avuto l’onore di conoscerlo e da chi lo ha conosciuto solo attraverso le sue opere. Docente di antropologia culturale all’Accademia di Belle Arti di Napoli, Sovente era una persona affabile e sempre sorridente. Il suo linguaggio era semplice e diretto, nonostante l’utilizzo della scrittura in modo così originale, unendo latino, italiano e dialetto. Lui stesso una volta giustificò tale connubio dicendo: “… che tra latino, italiano e dialetto non ci sono divergenze o contrapposizioni”.
Scopriamo attraverso le parole di un suo caro amico, Antonio Sabatano, cosa ha significato Sovente per le persone che lo hanno conosciuto, lo hanno amato e lo hanno seguito nella sua fase di poeta e di professore all’Accademia di Belle Arti di Napoli.
“Dobbiamo dire che alcuni stanno imparando a conoscere adesso Michele Sovente, perché prima la sua poesia era poco approfondita nel suo paese. Era molto noto a Napoli, anche perché scriveva poesie sul Mattino che pubblicava periodicamente”, dichiara Sabatano. “Ero molto affezionato a Michele perché nei suoi primi libri, attraverso la poesia, ha tracciato la storia del suo paese, attraverso varie epoche: da quella romana, in cui parla di una Donna con la stella in fronte, che sarebbe la famosa Dea Iside, che si trova nei colombari dell’area archeologica di Cappella, ad arrivare fino ai personaggi del posto. Ad esempio citava il prete locale Marmulillo, che lui così chiamava, oppure Nicolino Sciosciamosca etc. Quindi diciamo che in alcuni libri egli ha fermato il tempo, con personaggi e storia locale, mentre in altri libri, come in Cumae, ha rievocato il passato glorioso e misterioso di questa zona. Noi portiamo avanti la sua immagine, perché non vogliamo che si perda anche perché è stato uno dei primi tre poeti dialettali campani. Ha scritto in quattro lingue: italiano, latino, dialetto e non ultimo è stata trovata nelle sue poesie una traccia di lingua francese, che veniva addirittura parlata dalla mamma in alcune cantilene che lei recitava. Noi lo ricordiamo con molto piacere, perché ha dato lustro al nostro paese, Ultimamente grazie all’associazione, nata per volere anche della famiglia, la sua notorietà continua a crescere, attraverso tutta una serie di eventi, presentazioni di suoi libri di poesie, dei disegni attraverso i quali si può percepire parte della sua psicologia e del suo messaggio. Quest’anno lo ricorderemo con una trasmissione che andrà in onda il giorno 24 marzo 2021 su Campi Flegrei, una emittente televisiva locale, promuovendo il Premio Letterario Michele Sovente, da includere tra le manifestazioni di Procida Capitale della Cultura 2022. Col Comune, invece, il giorno 25 marzo 2021, sarà deposta una corona di alloro per commemorarlo”, afferma Sabatano. Che richiama alla memoria il suo primo incontro con il Poeta di Cappella: “Allora ero un attivista locale, desideroso di promuovere il territorio, di svegliare gli animi. Sovente proprio per tale motivo mi volle conoscere. La cosa bella da ricordare è che lui mi disse: “ Tu in questo territorio cosa vuoi fare?”. Gli risposi che il mio sogno era quello di realizzare un caffè letterario, come punto di incontro per persone che amano la letteratura, la poesia, la storia locale etc.” In maniera molto simpatica, sorniona, rispose in dialetto: “Ah allora tu vuoi rubare la mia idea” e concluse dicendo: “Io e te faremo grandi cose”. Questo è il momento più simpatica che ricordo di Michele!”.
Un ricordo intimo, affabile, quotidiano, amicale che lascia poi spazio alla prospettiva culturale e collettiva. “Come associazione – conclude infatti Sabatano- continueremo a ricordarlo, attraverso una serie di eventi a lui dedicati, mostre fotografiche della zona antica e convegni sull’archeologia locale. Una delle più recenti soddisfazioni è venuta dall’attenzione di Augusto Ficele, che per la Treccani ha voluto redigere un profilo dedicato al nostro Poeta. Noi andiamo avanti nella sua memoria sperando che in futuro ci saranno altri a continuare su questa linea!”.