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Mia di Ivano De Matteo


Mia, un film che tocca vari temi dei giorni nostri e ti resta dentro, lasciando tante domande aperte ed un’angoscia divorante sul futuro dei nostri giovani. Roma, una famiglia per bene, semplice, alle prese con le mille battaglie quotidiane divisa tra il lavoro e la scuola, infine schiacciata da un amore inaspettato che coglie la quindicenne Mia. Quest’ultima conduce una vita normale, tra scuola, sport ed amici. Ma quest’amore malato, la rende fragile, dipendente fino a svuotarne la propria identità. Da qui, la preoccupazione del padre dell’adolescente, che vede una minaccia incombere sulla sua “pulita” famiglia. Inizia così, una frattura generazionale, padri e figli, che non riescono ad avere un dialogo costruttivo, il genitore diventa impotente e mero spettatore di dinamiche disfunzionali e distruttive, che porteranno ad un epilogo che fa male. Si, Mia è un film che ti scava nel profondo e fa soffrire perché riflette alcuni aspetti di una società malata, come il revenge porn, lo stalking, la violenza psicologica e tanti altri virus dei nostri tempi. Non puoi rimanere indifferente a tutto ciò, lo spettatore viene travolto in questa realtà raggelante e non può non porsi altre domande, cercando ansiosamente delle risposte che tardano ad arrivare. Questo film è un grido d’allarme dei tempi che stiamo vivendo, dove tutto è apparenza e non essenza, i valori, oggi giorno, non sempre fanno followers e prendono pochi “like”. Protagonista indiscussa, l’eterna lotta tra il bene ed il male, in cui i sentimenti “sani” vengono estorti consapevolmente, seguendo l’unico scopo, quello di far male per mero gusto di dominare l’altro; il bene non lo si riconosce, poiché sconosciuto a queste vuote esistenze. Tutto è strappato con violenza, senza alcun pudore né coscienza. In questa catarsi, la coscienza dello spettatore non può restare inerme, non può non purificarsi e cercare delle soluzioni giuste.

Maria Elena Sabatino