https://lh3.ggpht.com/nn0_2f2yehKR7fnMIZ0XrSWbC5Q0VPP7vNmLMV7ndNFinClynZRO4RBTGfbjVOs1fyA=w300        http://static.dnaindia.com/sites/default/files/2015/05/03/333140-facbook.jpg    

Stazione di Salvator Rosa

Valutazione attuale:  / 12
ScarsoOttimo 

E' probabilmente il capolavoro della metropolitana di Napoli, e un esempio di architettura moderna unico per la città e nel suo genere. A cura dell'Atelier Mendini (pluripremiato per questa realizzazione), la stazione ha due diverse uscite, inaugurate nei primi anni del nuovo millennio: quella a monte, attiva dall'aprile 2001, e quella a valle, all'incrocio con via Girolamo Santacroce, aperta nel dicembre 2002. L'uscita a monte ha completamente riurbanizzato un'area simbolo della speculazione edilizia: l'edificio di ingresso è un vasto ambiente ingentilito da marmi, sovrastato da un alto pinnacolo e illuminato dalle alte finestre ad arco con vetri colorati. Dall'atrio si imboccano le lunghe rampe di scale mobili che portano il viaggiatore fin quasi a 50 metri di profondità. Nell'area circostante, si estendono ampi giardini terrazzati, al cui interno -recuperati dall'abbandono e dall'oblio- sono stati restaurati i ruderi di un ponte di epoca romana e una piccola cappella ottocentesca (che ospita ora mosaici e sculture).  Come in un centro Pompidou napoletano, poi, un parco giochi ospita colorate forme di Mimmo e Salvatore Paladino, sculture di Barisani, Dalisi, Longobardi, Mocika e Perez, mosaici di Ugo Marano. Altre opere -più o meno bizzarre- si incontrano poi in tutti gli angoli dei giardini. Appena all'esterno della stazione, una lunga scala mobile esterna, inglobata in una struttura metallica, conduce comodamente i viaggiatori fin nei pressi di piazza Leonardo, al Vomero, ampliando così notevolmente il bacino di utenza della fermata.  Oltre alle opere realizzate per gli spazi annessi alla stazione, originalissima è stata anche l'operazione di coinvolgimento, nell'impianto architettonico di questa, degli edifici circostanti: forme, colori e mosaici animano e rallegrano ora le fiancate dei grandi palazzoni -tristi testimonianze della speculazione edilizia degli anni '70- che contornano l'area. Autori delle decorazioni sono Gianni Pisani, Mimmo Rotella, Ernesto Tatafiore, Renato Barisani, Mimmo Paladino. L'uscita a valle di via Salvator Rosa, probabilmente più centrale e comoda per gli abitanti della zona (per il minor dislivello tra binari e strada), conclude e completa il percorso artistico - architettonico iniziato dall'altra uscita. Il civico n.2 di via Salvator Rosa, costellato di sagome di Mimmo Paladino, fa da scenografia alla guglia, alle due aiuole maiolicate, alle ceramiche che rivestono il varco d'accesso, alla bella pianta al centro della piazzetta. All'interno della stazione, l'ambiente è reso più accogliente dalle opere di Enzo Cucchi, Luca Castellano, Raffaella Nappo, Fulvia Mendini, e dalle installazioni di Perino e Vele e di Anna Sargenti.