Le mater matuta di Mario Schifano e Gennaro Vallifuoco
A cura di Davide Caramagna
Castel dell’Ovo – Napoli
30 Novembre 2019 – 9 Gennaio 2020
Lun. - Sab. 9.30-17.30
Dom. e Festiv 9.30-13.30
Inaugurazione Sabato 30 novembre ore 12.00
Sale delle Cortigiane e delle Velette
La mostra “ Da me al cielo, eterno assoluto” promossa dal Comune di Napoli – Assessorato alla Culture e Turismo è la terza tappa del percorso curato da Davide Caramagna dove verranno esposte 14 opere delle 28 del ciclo “Mater Matuta” di Mario Schifano, prima di essere collocate presso la sede della Fondazione Pescarabruzzo in esposizione permanente, e altre 30 opere di Gennaro Vallifuoco anche queste centrate sul medesimo tema. Il testo critico del catalogo sarà a cura della dott. Cinzia Tesio ed edito dalla casa editrice Gutenberg.Nell’organizzazione della mostra Davide Caramagna è affiancato come sempre dal Gallerista Franco Baccaro della BaccaroArtGallery di Pagani e dall’Associazione Culturale MM18.La mostra attraverso il ciclo quasi sconosciuto di Mario Schifano ed il lavoro realizzato da Gennaro Vallifuoco attraverso le forme nuove ed antiche delle sue Matres vuole far riscoprire la prestigiosa collezione di MatresMatutae del Museo Provinciale di Capua.
LA MATER MATUTA
TRA MARIO SCHIFANO E GENNARO VALLIFUOCO
La Mater Matuta abbraccia nel suo grembo l’intero ventaglio di simbologie relative alla nascita dell’uomo, superando le barriere di spazio e tempo. Essa trascende il flusso della Storia realizzandosi come mito immutabile. La testimonianza di queste sensazioni è mantenuta viva dagli splendidi reperti conservati presso il Museo Campano di Capua, vero e proprio luogo della memoria delle origini. Le Madri di tufo serbano nel loro sacro silenzio la voce del mondo primordiale che attraverso le epoche e le religioni giunge fino ad oggi. Osservando tali reperti archeologici, e la fattura arcaica di un mondo semplice e naturale, si resta incantati e rapiti, e ci si rende conto di come l’uomo riconoscesse nella Madre Terra la sua genuina identità di essere vivente.Si tratta di un fascino duraturo e immutabile, che destò sublimi affetti in grandi artisti come Mario Schifano (1934-1998). Proprio grazie alla visione delle MatresMatutae del Museo Campano, su committenza di Domenico Tulino (1936-1999), Schifano realizzò un ciclo di ventotto opere incentrate sull’eterno simbolo della Mater Matuta (diciotto tele e dieci disegni). Tale ciclo di Mario Schifano, esposto una sola volta nel 2008 in occasione del decennale della scomparsa del Maestro, costituisce un importante momento di riflessione artistica, in quanto rappresenta l’unica occasione in cui Schifano abbia rappresentato il tema sacro.Altro importante artista profondamente legato al simbolo della Mater Matura è l’avellinese Gennaro Vallifuoco. Illustratore e stretto collaboratore del Maestro Roberto De Simone, Vallifuoco, nella sua polivalenza di linguaggi e poetiche pittoriche, affrontò per la prima volta il tema della Mater Matuta nella realizzazione della scenografia teatrale del Re bello (2004) dello stesso De Simone. In linea con il significato universale della Mater Matuta, l’opera di Vallifuoco ha tradotto in termini pittorici il potere positivo della rigenerazione della vita e del passaggio, nelle stagioni umane, dalle tenebre alla luce. L’opera di sperimentazione di nuovi linguaggi ha portato il Maestro Gennaro Vallifuoco ad affrontare con rinnovato vigore spronato da Davide Caramagna la simbologia della Mater Matuta, arricchendola dei significati immutabili che sottendono allo scorrere del tempo e della Storia.La vivacità e la devozione con cui Schifano e Vallifuoco hanno affrontato un tema esistenziale così ampio e profondo ha portato il Davide Caramagna, Presidente dell’Associazione Culturale MM18, a ipotizzare un incontro delle opere dei due artisti, allo scopo di evidenziare una pluralità di linguaggi, che hanno come base determinante la solennità e il sapore arcaico dei simboli della “Madre del Mattino”. Il progetto ha preso forma nel momento espositivo realizzato presso il Pio Monte della Misericordia (Napoli) intitolato “7Q – La Mater Matuta di Mario Schifano e Gennaro Vallifuoco” (6 ottobre – 11 novembre 2018), in cui tre opere, rispettivamente, di Schifano e Vallifuoco si sono incontrate con la tela caravaggesca delle “Sette opere di Misericordia” ivi conservata, consentendo alvasto pubblico confluito per l’occasione di osservare esiti diversificati di linguaggi pittorici che esprimono concetti ed emozioni senza tempo. La mostra, curata dal Caramagna con testo critico di Salvatore Di Marzo, inoltre, ha rappresentato l’occasione per l’Associazione MM18 di celebrare il ventennale della scomparsa di Schifano.Ulteriore momento espositivo è quello legato strettamente alla celebrazione dei venti anni occorsi dalla scomparsa di Schifano, in cui il Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia (Roma), che, in collaborazione col Dipartimento di Beni Culturali dell’Università del Salento e la Fondazione Pescarabruzzo, ha ospitato cinque delle tele del ciclo sulla Mater Matuta in occasione della mostra “Mario Schifano a Villa Giulia: un ritorno” (13 dicembre 2018 – 10 marzo 2019), ideata e curata dal Prof. Gianluca Tagliamonte.
L’Associazione Culturale MM18
«Portamitineri dici longissimam esse» (“Si dice che in un viaggio il tratto più lungo sia quello della porta”). Il proverbio incita ad intraprendere ciò che si iniziato, ed è rimasto, nella formulazione simile a quella latina, in tutte le lingue moderne. Attraversare la “porta” significa iniziare il viaggio metaforico e l’Associazione Culturale MM18 intende porsi come aiuto e guida per gli artisti nel fare il primo passo, il più importante.La stessa MM18 nasce nel segno di una visione molteplice di sé, con lo sguardo teso a ieri e ad oggi. Già il nome dell’Associazione reca intimamente questa visione, fondendo l’antica numerazione latina con quella araba, definendo, così, personalmente, l’anno della sua venuta alla luce, il 2018. In più, “MM18” vuole anche essere un tributo al progetto che l’ha vista nascere: “Mater Matuta 2018”, un progetto che si è concretizzato nella mostra “7Q – La Mater Matuta in Mario Schifano e Gennaro Vallifuoco”, presso il Pio Monte della Misericordia (Napoli).Uno sguardo teso al passato ed al presente, e contemporaneamente orientato verso una visione globale della cultura, a 360°, con lo scopo di intraprendere e sperimentare strade innovative che sappiano collegarel’arte, la letteratura, la musica, ed ogni altra forma di manifestazione culturale. MM18 diviene, così, anche momento di aggregazione, divulgazione e diffusione di idee mediante l’organizzazione di eventi, mostre, incontri, rassegne, e attività ulteriori grazie alla valorizzazione di emergenti professionalità.Nel nostro percorso, sicuramente irto di ostacoli, la porta per il primo passo ci è stata aperta dal Pio Monte della Misericordia, che ci offerto spazi espositivi di grande prestigio.
Contatti
Davide Caramagna
Presidente Associazione Culturale MM18
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Coordinatore Generale Associazione MM18
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a cura di Matteo Lorenzelli
con la collaborazione di Milot
Napoli, piazza del Municipio
Inaugurazione 14 novembre, ore 12,30
Conferenza Stampa 14 novembre, ore 11.30
Palazzo San Giacomo, sede del Comune di Napoli, Sala della Giunta
Cento grandi lupi invadono la piazza del Municipio di Napoli
Liu Ruowang torna in Italia con la monumentale installazione “Wolves Coming”
per riflettere sugli eccessi del progresso della società contemporanea
La piazza del Municipio di Napoli, cuore istituzionale della città, ospita dal 14 novembre la grandiosa opera di Liu Ruowang, trasformandosi in una grande galleria a cielo aperto. Un aggressivo branco di cento lupi – fusioni in ferro, ognuna del peso di 280 kg. - che minaccia un impotente guerriero è l'allegoria con cui l'artista cinese rappresenta la dura risposta della natura alle devastazioni compiute dall'uomo, stigmatizzando l'incontrollabile processo di antropizzazione dell'ambiente.Organizzata e curata da Matteo Lorenzelli, animatore della storica galleria milanese Lorenzelli Arte, con la collaborazione di Milot e promossa dall’Assessorato alla Cultura e al Turismo del Comune di Napoli, la mostra, allestita nella piazza fino al 31 marzo 2020, propone una riflessione critica sui valori della civilizzazione e sulla grande incertezza in cui viviamo oggi Aggiungi un appuntamento per oggi, per contrastare il rischio di progressivo e irreversibile annientamento del mondo attuale.Liu Ruowang (1977) è uno dei maggiori artisti contemporanei della Cina. Scultore e pittore, il suo è un percorso originale che si basa su un bagaglio socio-culturale ben preciso, collocato nel solco della tradizione cinese che ha saputo testimoniare grazie all’universalità del suo linguaggio artistico nel quale ha ben amalgamato elementi trasversali con aspetti peculiari della sua tradizione. Partendo dalla considerazione che la storia dell’uomo è anche la storia del suo rapporto con la natura, l’artista cinese affonda la sua ricerca, da un lato, nella cultura del lessico e del pensiero del suo paese e, dall’altro, in quella occidentale, attraverso richiami alla fluidità della nostra società globalizzata, con cui diamo luogo alla continua moltiplicazione d’identità all’interno di dimensioni sia reali che virtuali. La dimensione filosofica di Liu Ruowang è anche una vera e propria denuncia dei rischi provocati dalla perdita dei valori umani, mortificati dal sistema oppressivo della vita contemporanea, teatro di dolore e violenza, luoghi contaminati dalle prevaricanti mitologie di massa.L'installazione Wolves Coming, già esposta due volte in Italia - nel 2015 alla Biennale di Venezia nel Padiglione di San Marino e, sempre nello stesso anno, a Torino, nella sede dell'Università, inscenando in entrambe le occasioni una chiara denuncia contro l’indifferenza verso le arti e la cultura – è frutto della produzione dell'ultimo decennio che va considerato a pieno titolo il periodo della sua maturità artistica. La sua spiccata propensione per le grandi dimensioni fa sì che le sue opere sfiorino la monumentalità senza però costituire una presenza ingombrante né ostacolare la percezione del contesto circostante. Le forme, grazie ad uno studiato impatto scenico e al continuo dinamismo, vengono avvertite come attori di passaggio che occupano lo spazio senza appropriarsene, con un senso ciclico del moto che ripropone scene e suggestioni nel continuum temporale. I lavori sono presentati in gruppi – afferma l'artista - perché la 'pluralità' è il tipo di forma e di forza di cui ho bisogno quando sono intento ad esplorare la relazione tra l’essere umano e l’ambiente, anche alla luce del fatto che la Cina è da tempo un paese che porta avanti uno spirito collettivista. Creare i miei lavori in serie o gruppi corrisponde per me a un linguaggio strutturale del mio fare artistico che supera il linguaggio scultoreo.Non è necessario conoscere la cultura cinese per apprezzare il lavoro di Ruowang perché, nonostante sia radicato nell’immaginario tradizionale della sua terra, possiede energia e forza che lo rende comprensibile a tutti.Dietro la monumentalità dell’installazione, inoltre, c’è un aspetto caro all’Oriente quanto all’Occidente, perno centrale di tutta la produzione di Liu Ruowang e cioè la capacità di polarizzare l’ambiente e lo spazio attraverso una narrazione semplice e sublime, che adatta i toni epici del mito nel contesto dell’odierna civiltà globalizzata dove la coscienza artistica è sensibile ai problemi della società contemporanea, dominata dal progresso scientifico e tecnologico, sempre più in conflitto con l’ordine naturale. Wolves Coming rappresenta quindi una vera e propria critica nei confronti di un mondo votato all’autodistruzione e i lupi sono in definitiva un grido disperato alla salvaguardia ambientale di tutto il nostro pianeta.Molti sono i lavori di Liu Ruowang dedicati al mondo animale, dove la coscienza artistica si mostra sensibile ai problemi della società contemporanea: primati, figure antropomorfe, buffi colombiformi estinti e tante creature fiere e selvagge come quelle ritratte nelle enormi tele dipinte ad olio. I soggetti dapprima rappresentati come costretti in una posa immota, afoni e ricchi solo di un 'suono muto', - sottolinea Luca Massimo Barbero - sono in realtà degli agitatori di coscienza, degli inevitabili segnali di allarme, di una transitorietà dell’uomo e del Mondo che li scuote dalla loro immobilità di materia (il clamore del bronzo, il suono del metallo) e ci trasmette la complessità dell’”essere al mondo”.
SCHEDA TECNICA
Artista: Liu Ruowang
Titolo: “Wolves Coming”
Organizzata e Promossa da: Matteo Lorenzelli e l’Assessorato alla Cultura e al Turismo del Comune di Napoli con la collaborazione di Milot
Orario: 24h su 24
Periodo: 14 Novembre 2019 – 31 marzo 2020
Location: Piazza Municipio e zona antistante Castel Nuovo (Maschio Angioino), Napoli
Credits fotografici foto in allegato: Michele Stanzione
Ufficio Stampa Mostra
Annalisa Tirrito +39 335.5289607 Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Daniela Ricci +39 347.0824165 Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Ufficio Stampa Lorenzelli Arte
Emanuela Filippi / Eventi e Comunicazione
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